Roma, 27 ottobre 2020
Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane ha approvato, in data odierna, la Relazione finanziaria semestrale del Gruppo FS Italiane al 30 giugno 2020.
I risultati del semestre in esame, come anticipato sopra, negli highlights, subiscono pesantemente gli effetti negativi connessi con la diffusione avvenuta in Italia, a partire dai primi mesi dell’anno, del virus COVID-19 (“Coronavirus”), cha ha avuto impatti sull’intero sistema produttivo nazionale, con particolari conseguenze sulla mobilità di persone e merci.
I ricavi operativi del Gruppo scendono, rispetto al primo semestre 2019, a 4,75 miliardi di euro con un decremento complessivo di 1,23 miliardi di euro (-20,5%), sostanzialmente dovuto al Coronavirus. Al decremento dei ricavi si accompagna la decrescita del Margine Operativo Lordo (EBITDA) di 779 milioni di euro che arriva a 518 milioni di euro, verso gli 1,3 miliardi di euro del semestre precedente (-60,1%), scontando effetti COVID per circa 750 milioni di euro. L’EBITDA Margin passa così da 21,7% a 10,9%.
Anche l’EBIT, di conseguenza, diminuisce, passando dai 454 milioni di euro positivi nel primo semestre del 2019 ai 343 milioni di euro negativi nel primo semestre del 2020 (-175,6%), dopo un impatto da Coronavirus pari a -776 milioni di euro, così come il risultato netto di periodo, che scende a -419 milioni di euro (+362 milioni; -215,7%) a valle di effetti COVID per 796 milioni di euro.
I ricavi da servizi di trasporto, pari a circa 2,5 miliardi di euro, segnano un decremento di 1,26 miliardi di euro rispetto al primo semestre 2019. Nello specifico mostrano, a causa principalmente degli effetti della pandemia, un segno negativo tutte le componenti legate al trasporto: diminuiscono infatti i ricavi relativi ai servizi passeggeri su ferro Long Haul e Short Haul (complessivamente -1,12 miliardi di euro), i ricavi connessi al trasporto passeggeri su gomma (-67 milioni di euro) e i ricavi del settore merci su ferro (-69 milioni di euro). Rimangono invece stabili i ricavi da corrispettivi da Stato e Regioni a valere sui Contratti di Servizio per il trasporto pubblico passeggeri.
I servizi relativi al trasporto, complessivamente, scendono nel semestre soprattutto per effetto dell’emergenza sanitaria e delle restrizioni imposte al settore della mobilità in particolare nella fase di lockdown, con una perdita di volumi di domanda registrata da Trenitalia pari al 66,4% nella lunga percorrenza a mercato e una riduzione dei posti*km vendibili pari al 56,3%; in ambito Regionale la riduzione della circolazione connessa con l’emergenza COVID si è tradotta in una forte riduzione dei viaggiatori-km (-57,5%) con una contrazione sulla produzione in termini di Treni-km pari a -26,0% rispetto al corrispondente semestre 2019.
I costi operativi del semestre si attestano a 4,2 miliardi di euro, in diminuzione di 445 milioni di euro (-9,5%) rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, grazie alle energiche azioni di cost saving tempestivamente messe in atto dal management del Gruppo durante il periodo di lockdown e nei mesi successivi.
Gli investimenti, in linea con il trend storico, continuano a rappresentare un elemento centrale nelle politiche di sviluppo del Gruppo che, nel primo semestre dell’anno, nonostante le rilevanti e numerose difficoltà riscontrate nel gestire le tante commesse di investimento in corso, ha consuntivato una spesa di circa 2,5 miliardi di euro di investimenti che, per più del 50%, ha interessato il mantenimento in efficienza e sicurezza della rete infrastrutturale ferroviaria, sia convenzionale sia AV/AC.
Inoltre, il numero complessivo del personale del Gruppo passa da 83.217 a fine giugno 2019 a 81.532 unità, principalmente per effetto della riduzione media dell’organico.
Nonostante i pesanti effetti del Coronavirus, il Gruppo mantiene comunque un elevato livello di solidità finanziaria con mezzi propri che, al 30 giugno 2020, si attestano a 41,9 miliardi di euro e con una posizione finanziaria netta pari a 8,2 miliardi di euro.
Guardando ora ai settori operativi, il settore Trasporto – trainato dal sottogruppo Trenitalia, seguito da quelli guidati dalle subholding Mercitalia e Busitalia, rispettivamente nei business del trasporto merci e su gomma, e Netinera, operativo in Germania – chiude con un risultato netto realizzato nel periodo pari a -544 milioni di euro (contro i +163 milioni di euro rilevati lo scorso anno), concentrando su di sé il massimo impatto negativo da COVID-19. Il settore Infrastruttura segna invece un +50 milioni di euro (vs. +191 milioni di euro nel 2019).
Va evidenziato inoltre che gli effetti economici legati al COVID sopra descritti non includono l’iscrizione dei contributi ex art. 214, commi 3-6, del “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020) relativi al business Long Haul Mercato e Merci, che avrebbero mitigato gli effetti negativi sul Gruppo legati alla pandemia per un importo minimo di circa 350 milioni di euro, secondo la più attuale e prudente stima. Per gli stessi, infatti, non si è ancora concluso l’iter procedurale che è atteso porti nel breve al rilascio di benestare da parte della Commissione UE.
Da ultimo vogliamo sottolineare come l’emergenza COVID-19 rappresenti senza dubbio una discontinuità senza precedenti a livello nazionale, europeo e mondiale, con impatti dirompenti anche sul settore dei trasporti, che vedrà quindi cambiare strutturalmente il sistema valoriale e le abitudini di viaggio. In tale contesto, la storia del Gruppo FS costituisce una solida base su cui far leva per re-indirizzare la propria evoluzione prospettica, affinché lo stesso possa rispondere con resilienza al cambiamento, contribuendo ad una mobilità collettiva sempre più sostenibile e sicura e alla creazione di valore economico, sociale ed ambientale.
Nella sezione Relazioni finanziarie del sito web fsitaliane.it è disponibile un documento di sintesi con il dettaglio dei principali risultati conseguiti nel periodo dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
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