Al Museo di Pietrarsa gli Stati Generali del Turismo promossi dal MiBACT

A inaugurare l’evento, in programma al Museo Ferroviario dall'1 al 3 ottobre, un viaggio da Napoli in treno storico

Roma, 1 - 3 ottobre 2015

È un viaggio su un treno storico da Napoli Centrale a Pietrarsa a inaugurare gli Stati Generali del Turismo Sostenibile, in programma da oggi al 3 ottobre al rinnovato Museo Ferroviario di Pietrarsa. Una tre giorni in cui esperti, associazioni di categoria e mondo no profit avvieranno una riflessione programmatica sul settore: i temi che verranno trattati secondo la metodologia dell'elaborazione partecipata spaziano dalla smart innovation alle destinazioni sostenibili, dalla mobilità alla new travel economy, dai beni culturali come fattore dello sviluppo sostenibile del turismo alla promozione del territorio.

A bordo del treno storico presenti il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e l’AD del Gruppo FS Italiane, Michele Mario Elia.

La composizione del treno storico

Il treno storico da Napoli a Pietrarsa è trainato dalla locomotiva elettrica E626.428 e formato da cinque carrozze tipo “Centoporte” (4 della serie 36.000 e 1 della serie 39.000). Il convoglio proviene dal deposito di Palermo, utilizzato come hub dei treni storici della Fondazione FS Italiane organizzati in Sicilia.

Le carrozze del tipo “Centoporte”, progettate nel 1928 e costruite a partire dal 1931 e fino al 1951 (con una pausa fra il 1940 e il 1947), furono le prime carrozze italiane realizzate in cassa metallica, anziché in legno.

Le carrozze "Centoporte"

Con una capacità di settantotto posti a sedere, dotate di impianto di riscaldamento a vapore o elettrico, esse erano concepite per soddisfare l’elevata domanda di mobilità su tratte particolarmente affollate. Proprio per agevolare le operazioni di salita e discesa dei viaggiatori, erano dotate di un elevato numero di porte distribuite per tutta la lunghezza delle fiancate, che potevano arrivare fino a dieci per ciascun lato.

Questa tipologia di carrozze fu riclassificata con la denominazione attuale nel 1956, in occasione dell’abolizione della terza classe dai treni italiani. 

La colorazione originale delle prime vetture Centoporte era il verde vagone, abbandonato in favore del castano Isabella nel 1935 e del castano semplice nel 1963. Gli anni Settanta vedranno queste vetture nella loro ultima tonalità prima della dismissione, quella grigio ardesia.

Ad oggi sopravvivono ancora cinquantadue esemplari delle diverse serie prodotte e tutti sono utilizzati nelle composizioni dei numerosi treni d’epoca, che la Fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane organizza ogni anno lungo itinerari di grande valenza storica e paesaggistica. 
Queste vetture sono, in assoluto, le più filmate nella storia della cinematografia nazionale.

Le locomotive E626

Le locomotive a 3000V c.c. del gruppo E626, progettate nel 1926 e prodotte in 448 esemplari su tre differenti serie dal 1927 al 1939, risulteranno essere dei veri e propri “muli della rotaia”.
Esse nacquero sostanzialmente come locomotive multiruolo, ma con l’entrata in servizio delle E428, molto più veloci e potenti, saranno adibite principalmente al traino dei treni merci, di quelli viaggiatori locali ed alle spinte in coda ai convogli pesanti sui tratti acclivi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcune di queste macchine si ritroveranno disseminate in varie parti d’Europa, cosicché diciassette resteranno in Jugoslavia e saranno acquisite da quelle ferrovie, mentre altre quattro andranno ad incrementare il parco rotabili cecoslovacco.

Dismesse dall’esercizio nel 1999, ad oggi diciotto di esse (alcune di proprietà FS, altre invece di reti concessionarie) risultano tuttora in piena efficienza e trovano utilizzo alla testa dei treni storici o in coda agli stessi, in sussidio alla trazione vapore.

Nella cinematografia italiana le locomotive di questo gruppo appaiono in molte pellicole. Ad esempio, questa tipologia di locomotiva fu protagonista nel film “Il rapido delle 13.30” di Ruggero Deodato (1972) dove la macchina è ripresa anche al suo interno durante la corsa. In “Accadde tra le sbarre” di Giorgio Cristallini poi, un’'altra E626 è catturata alla testa di un treno che corre sulla Roma-Pescara, in una delle scene più lunghe del film. Per finire, un’altra E626 è inquadrata nel film “La stazione”, drammatico di Sergio Rubini del 1990.