l modello Avoid, Shift, Improve è una strategia per rendere la mobilità più sostenibile:
Avoid (Evitare): ridurre la necessità di spostamenti (es. pianificazione urbana più efficiente, smart working).
Shift (Spostare): incoraggiare l’uso di mezzi più sostenibili (es. bici, trasporto pubblico).
Improve (Migliorare): rendere i mezzi esistenti più efficienti e puliti (es. veicoli elettrici, tecnologie green).
L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza del sistema di trasporti.
Alta Capacità, linea ferroviaria dotata di tecnologie di controllo del traffico che permettono il transito di un numero maggiore di treni rispetto alle altre linee ferroviarie. (valutare di chiudere al punto) Pur essendo spesso associate, non necessariamente le linee AC sono anche ad Alta Velocità, possono essere anche linee urbane e regionali.
Il concetto di Alta Velocità è ormai divenuto di senso comune, ma pochi sanno che il valore minimo per poterne parlare è di 250 km/h come stabilito dall’UE nel 2008 (negli anni ’70 era 200 km/h).
È l’insieme dato da rotaie (elemento di acciaio che costituisce il supporto e la guida del veicolo ferroviario; due rotaie compongono un binario), traverse (elemento in acciaio, legno o cemento armato su cui sono fissate le rotaie) e organi di attacco (dispositivi che consentono il collegamento delle rotaie alle traverse).
È un tratto di binario che collega due linee ferroviarie principali, permettendo il passaggio diretto dei treni da una linea all’altra senza dover entrare in una stazione centrale o fare manovre complesse.
Serve a:
Snellire il traffico ferroviario.
Ridurre i tempi di percorrenza.
Decongestionare nodi ferroviari (come grandi stazioni urbane).
Consentire deviazioni o percorsi alternativi.
È simile a una “scorciatoia” o a uno svincolo ferroviario, utile soprattutto per il traffico merci o i servizi diretti.
È lo strato di pietrisco su cui poggiano le traversine dei binari ferroviari.
Serve a:
Stabilizzare i binari, distribuendo il peso dei treni.
Drenare l’acqua, evitando ristagni che danneggerebbero la linea.
Attutire le vibrazioni, migliorando il comfort e riducendo l’usura.
Permettere piccoli assestamenti e correzioni della geometria del binario.
È composto solitamente da pietre frantumate (granito o basalto), resistenti e con forma angolosa, per incastrarsi bene tra loro. Per essere utilizzato deve rispettare determinate caratteristiche come un contenuto ridotto di particelle fini e una spigolosità elevata che ne eviti cedimenti.
È la configurazione che permette ai treni di circolare su entrambi i binari di una linea a doppio binario, in entrambi i sensi di marcia. Serve ad aumentare la flessibilità operativa in caso di lavori, guasti o traffico intenso, migliorare la regolarità del servizio, permettendo deviazioni immediate e ottimizzare la capacità della linea.
È un tipo particolare di scambio ferroviario progettato per ridurre l’impatto e l’usura quando i treni lo percorrono, soprattutto a velocità sostenute. La sua punta mobile, cioè la parte che devia il treno, è mantenuta in posizione da molle o da un meccanismo elastico. Il treno può passare “contro punta”, cioè dalla direzione non instradata, senza che il deviatoio venga danneggiato. Dopo il passaggio, il deviatoio ritorna automaticamente alla posizione iniziale. Il termine "ballerino" è dovuto proprio a questo suo movimento flessibile, quasi "elastico", al passaggio dei treni.
È una telecamera piccola e compatta facilmente trasportabile e soprattutto indossabile, consente la registrazione di audio, video e foto. Dal 2025 sono in dotazione agli operatori di FS Security per afforzare nel contesto ferroviario le misure di sicurezza aziendale a tutela del personale e dei viaggiatori. I dispositivi in dotazione sono configurati con specifiche limitazioni per garantire la tutela del personale e la conformità alle normative sulla privacy. In particolare, sono disabilitate le funzionalità di GPS e la registrazione audio e Bluetooth. Il dispositivo, privo di SIM, è in modalità stand-alone, ovvero non è connesso a reti esterne. Inoltre, lo stato di registrazione durante l’attivazione dei dispositivi è segnalato con un LED di colore rosso.
Il termine deriva dal latino carrus, che indicava un carro a due ruote. Nel tempo, ha assunto il significato di veicolo a quattro ruote trainato da cavalli, destinato al trasporto di persone. Con l'avvento delle ferrovie, carrozza è stato adottato per designare i veicoli ferroviari destinati al trasporto passeggeri, mantenendo l'associazione con il trasporto di persone. Spesso utilizzato nel contesto ferroviario come sinonimo di "carrozza", specialmente in ambiti tecnici o formali, è il termine “vettura” che proviene dal latino vectura, "trasporto", e indica genericamente un veicolo destinato al trasporto di persone o merci. A carrozza e vettura si aggiunge anche il vagone: il termine è un prestito dal francese wagon, a sua volta derivato dall'inglese wagon o waggon, e indicava un carro a quattro ruote per il trasporto di merci. In ambito ferroviario, si riferisce sia ai veicoli per il trasporto merci sia a quelli per passeggeri.
È il piano del Gruppo FS che indirizza la strategia e le azioni del Piano Industriale in un percorso di decarbonizzazione allineato agli studi scientifici di contrasto al cambiamento climatico. Quali strumenti a supporto della decarbonizzazione, il Gruppo FS si avvale di metodologie innovative per la valutazione delle emissioni di gas a effetto serra dei progetti di investimento, in particolare nell’ambito della realizzazione delle infrastrutture.
Il programma fidelity per i clienti delle Frecce. Permette di accumulare punti, che possono essere utilizzati per vantaggi di vario tipo, nonché di ottenere speciali status (Argento, Oro, Platino, Platino Infinito).
È una linea ferroviaria costruita per essere più veloce, rettilinea e moderna rispetto alla linea tradizionale tra due località. È pensata per ridurre i tempi di percorrenza grazie a un tracciato più efficiente, più diretto, con curve più ampie e meno pendenze. Permette velocità più elevate e spesso è elettrificata e dotata di sistemi di segnalamento avanzati. In Italia il termine viene usato per indicare la tratta Roma-Firenze, una delle prime linee veloci italiane, inaugurata nel 1977.
È una “spina dorsale” della rete ferroviaria, una linea che attraversa ampie porzioni di territorio e collega tra loro le città o le regioni più importanti di un Paese, fungendo da asse portante del sistema ferroviario. Presenta un’alta capacità di traffico sia passeggeri, sia merci e spesso è elettrificata e a doppio binario o più. Tra gli esempi più noti in Italia, vi sono la dorsale tirrenica e quella adriatica, che percorrono quasi del tutto le due coste dello Stivale.
È un principio europeo che mira a evitare che le attività economiche danneggino l'ambiente. È stato introdotto dal Regolamento (UE) 2020/852, noto come "Regolamento Tassonomia", che classifica le attività economiche in base al loro impatto su sei obiettivi ambientali:
Per la verifica del rispetto del principio Do No Signficant Harm (DNSH), il Gruppo ha identificato per ciascuna attività economica, e sulla base del contributo sostanziale agli obiettivi di mitigazione e adattamento, le evidenze documentali e gli elementi sufficienti a dimostrare l’assenza di impatti negativi sui restanti obiettivi ambientali, quali ad esempio:
European Rail Traffic Management System, è il "linguaggio comune" per la sicurezza e il controllo dei treni in Europa. È uno strumento che consente di controllare il traffico ferroviario e serve a:
standardizzare il segnalamento e la sicurezza dei treni in tutta Europa,
migliorare la sicurezza, la velocità e la capacità delle linee,
permettere ai treni di circolare tra diversi Paesi senza cambiare sistema
L'acronimo significa elettrotreno rapido e identifica treni ad alta velocità o rapidi alimentati elettricamente e progettati per collegamenti veloci su lunghe distanze. I convogli sono composti di più unità dello stesso tipo collegate tra loro per funzioni, come la marcia e l’apertura porte, pilotate dalla cabina dell'unità di testa. Questa composizione consenti nella prima metà del ‘900 di aumentare la bassa velocità media dei treni composti di locomotiva e carrozze. L’ETR 500, diffusosi a partire dagli anni ‘90, è divenuto un’icona dell’alta velocità ferroviaria italiana, svolgendo i servizi Frecciarossa di Trenitalia. Oggi il treno più moderno e veloce della flotta Trenitalia è l’ETR 1000, commercialmente noto come Frecciarossa 1000: in esercizio dal 2015, ha una velocità massima di 300 km/h, i suoi 16 motori ottimizzano l'aderenza ai binari ed è stato il primo treno ad avere la certificazione di impatto ambientale (EPD), con emissioni di CO2 per passeggero inferiori a 28 microgrammi/km.
È la figura fondamentale nelle locomotive a vapore, scomparsa con l'avvento delle locomotive diesel ed elettriche, era responsabile della gestione del fuoco e del vapore necessari al funzionamento del treno. Il suo ruolo principale consisteva nell'alimentare la caldaia con carbone o legna, mantenendo la pressione del vapore entro i limiti operativi per garantire la trazione del convoglio. Inseriva manualmente il combustibile nel focolare per mantenere la combustione, gestiva la caldaia regolando la pressione del vapore e il livello dell'acqua, lubrificava le parti meccaniche e verificava il corretto funzionamento della locomotiva. Ma era anche un supporto per il macchinista, assistendolo nella conduzione del treno o, in caso di necessità, sostituendolo temporaneamente.
È la tratta ferroviaria non più in uso per il trasporto di passeggeri o merci, spesso a causa di cambiamenti nei flussi di mobilità, nella domanda di trasporto o nelle strategie infrastrutturali. In Italia esistono oltre 6.000 km di linee ferroviarie dismesse. Anche se i treni non vi circolano più, queste tratte possono avere una seconda vita, molte sono state trasformate, infatti, in greenway, percorsi ciclabili o itinerari turistici immersi nella natura. In alcuni casi, anche le vecchie stazioni sono state recuperate e trasformate in hotel, musei, punti di ristoro e di noleggio o assistenza bici.
Percorsi verdi realizzati lungo vecchie linee ferroviarie, strade rurali o argini fluviali, pensati per la mobilità dolce, da percorrere cioè a piedi, in bici, a cavallo o con piccoli mezzi elettrici. Offrono itinerari sicuri, accessibili e immersi nel paesaggio naturale o culturale del territorio. Come precisato dalla Dichiarazione di Lille, il documento stilato dalla European Greenways Association nel 2000, le greenways "devono avere caratteristiche di larghezza, pendenza e pavimentazione tali da garantirne un utilizzo promiscuo in condizioni di sicurezza da parte di tutte le tipologie di utenti in qualunque condizione fisica. Al riguardo, il riutilizzo delle alzaie dei canali e delle linee ferroviarie abbandonate costituisce lo strumento privilegiato per lo sviluppo delle greenways". Nato negli Stati Uniti negli anni ’60, oggi il termine greenway in Europa è diventato sinonimo di turismo sostenibile e valorizzazione del patrimonio. In Italia, una delle greenways più famose è la Via Verde della Costa dei Trabocchi in Abruzzo, realizzata sull’ex linea ferroviaria adriatica: un suggestivo percorso a picco sul mare che si snoda lungo gli antichi trabocchi, una sorta di palafitta usata per la pesca.
Letteralmente snodo, perno, nel mondo della mobilità indica una località o un impianto centrale per lo smistamento di trasporti su una data regione o area geografica, di norma servito da collegamenti a “raggi”. In ambito ferroviario è spesso associato a una nuova concezione delle stazioni: considerate il cuore delle smart city del futuro, grazie a design che favoriscono accessibilità e multi-modalità, non sono più concepite come meri luoghi di transito, di arrivo e partenza dei viaggiatori, ma come poli che esprimono valore culturale, sociale ed economico a basso impatto ambientale.
È la possibilità di combinare diversi mezzi di trasporto all’interno dello stesso viaggio, in modo fluido, efficiente e senza interruzioni significative. Nell’intermodalità, i passeggeri (o le merci) passano da un mezzo all’altro – ad esempio dal treno alla metropolitana, dall’autobus alla bicicletta – grazie a nodi di scambio organizzati, orari coordinati e servizi integrati. È una delle chiavi della mobilità sostenibile del futuro. Il Gruppo FS sta trasformando le stazioni sempre più in hub intermodali, luoghi dove passare facilmente dal treno al monopattino, al car sharing o all’autobus urbano, e trovare rastrelliere per bici, colonnine di ricarica e aree dedicate alla micromobilità.
È la capacità delle infrastrutture e dei sistemi ferroviari di funzionare in modo coordinato e senza ostacoli anche se appartengono a gestori, Paesi o tecnologie diverse. Grazie all’interoperabilità, un treno può viaggiare su reti ferroviarei di più Stati o operatori senza dover cambiare locomotiva, personale o sistemi di sicurezza. Prima che si affermasse l’interoperabilità europea, i treni dovevano spesso fermarsi ai confini per cambiare locomotore o adattarsi a standard diversi, come la larghezza dei binari o i segnali. Oggi, grazie al sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System), si sta creando una vera “ferrovia senza frontiere”.
Letteralmente: transizione giusta.
È il cambiamento per fronteggiare la crisi climatica verso un'economia più sostenibile e a basse emissioni, fatto in modo equo e inclusivo, senza lasciare indietro né i lavoratori, né i territori più fragili. Per tutelare l’occupazione, la coesione sociale e le comunità locali, si accompagna il cambiamento con formazione, innovazione e nuovi investimenti. Nell’ambito dei trasporti, importanti per accedere al mondo del lavoro, ai servizi e partecipare alla vita sociale, l’obiettivo della just transition è traghettare verso un modello di mobilità sostenibile dal quale nessuno rimanga escluso. Per il Gruppo FS ciò si traduce in investimenti su mobilità elettrica, tecnologie pulite come i treni a idrogeno, infrastrutture verdi, occupazione qualificata e riqualificazione delle competenze con piani di formazione per i lavoratori.
È la zona di sosta gratuita per la propria automobile utilizzabile da chi accompagna i viaggiatori in partenza con il treno o chi li viene a prendere in arrivo. Disponibile in diverse stazioni ferroviarie italiane, per il Gruppo FS è un servizio garantito da FS Park.
È la combinazione di colori, loghi e decorazioni che caratterizza l’aspetto esterno di un treno. Non ha solo una funzione estetica, comunica anche l’identità del servizio, dell’operatore o della tipologia di treno (ad esempio Regionale, Intercity, Frecciarossa o treno storico). Originariamente il termine indicava l'abito distintivo indossato dalla servitù delle famiglie nobili o reali, deriva dal francese livrer, che significa fornire, consegnare.
Modo informale per indicare il macchinista, la persona che guida il treno con responsabilità, sicurezza e controllo. Il termine nacque come titolo di chi guidava la locomotiva a vapore, mentre oggi sopravvive come omaggio all’esperienza e alla padronanza tecnica della guida ferroviaria.
Strategia che consente di prevedere i guasti prima ancora che si verifichino, grazie a sensori, dati e intelligenza artificiale. A differenza della manutenzione tradizionale, realizzata a scadenze regolari o quando qualcosa si rompe, quella predittiva monitora in tempo reale lo stato di salute di binari, treni, impianti e segnali, intervenendo solo quando serve davvero. Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha sviluppato sistemi avanzati che raccolgono dati da droni, sensori sui binari e treni diagnostici, capaci di individuare anche le più piccole anomalie, come una saldatura che sta per cedere o un cavo che si surriscalda. Così si riducono i ritardi, si migliora la sicurezza e si allunga la vita delle infrastrutture. Ne è un esempio il treno Diamante, uno speciale convoglio diagnostico in grado di “scannerizzare” la rete ferroviaria ad alta velocità, proprio come se fosse un check-up medico in movimento.
In gergo tecnico è un treno che effettua viaggi di solo andata e ritorno su una tratta dedicata, spesso senza necessità di inversione del locomotore nelle stazioni di testa, grazie ai treni a doppia cabina di guida.
È un punto della rete ferroviaria dove si incontrano più linee e si concentrano servizi di trasporto, scambi, manutenzione e logistica. Possono essere semplici (una stazione di interscambio tra due linee) o complessi (come i grandi snodi urbani con più binari, terminal passeggeri e merci, depositi e connessioni intermodali).
Codice numerico compreso tra 1 e 5 cifre che viene assegnato a ciascun treno per identificare la sua categoria (viaggiatori, merci), direzione di marcia, tipologia e area di origine, in modo da agevolarne il riconoscimento. I numeri dispari indicano viaggi da Nord a Sud e da Ovest a Est, quelli pari il percorso inverso. Alcune gamme sono dedicate a speciali categorie, come regionali o merci internazionali.
È un approccio culturale secondo cui un'azienda si apre all'esterno, attingendo idee, competenze e tecnologie non solo dal proprio interno, ma anche da startup, PMI, università e centri di ricerca. Lo scopo è arricchire la propria capacità innovativa, competere meglio e generare vero valore nel mercato. Il Gruppo FS ha reso l’Open Innovation parte integrante della propria strategia di business puntando su alcune leve fondamentali come:
le collaborazioni esterne, coinvolgendo startup e realtà emergenti, favorendo lo scouting e la selezione di proposte tramite piattaforme come InnoStation e partecipando a iniziative come Open Italy di ELIS;
un ecosistema strutturato basato su una rete di Innovation Hub, cioè spazi fisici e digitali dove startup, esperti e ricercatori possono condividere idee, testare soluzioni e creare progetti di co-innovazione
progetti pilota e sperimentazioni nelle sfide più attuali, dalla sostenibilità alla manutenzione predittiva, dall'efficienza energetica alla digitalizzazione nei cantieri.
È il dispositivo montato sul tetto dei treni che serve a prelevare corrente dalla linea aerea, ovvero i cavi elettrificati sospesi sopra il binario. Ha una forma a braccio articolato – spesso simile a una “V” inclinata sul lato – che si estende verso l’alto e mantiene un contatto costante con il filo elettrico, anche quando il treno viaggia ad alta velocità, persino a 300 km/h come nel caso dei Frecciarossa. Funziona come un “ponte mobile” tra il treno e la rete elettrica, garantendo l’alimentazione necessaria per il funzionamento del motore e degli impianti di bordo. Il nome pantografo deriva dallo strumento da disegno che serve a tracciare una figura in scala diversa seguendone il contorno.
È la tabella dove sono indicati l’orario della partenza, delle fermate intermedie e dell’arrivo di ciascun treno, il numero assegnato a ciascun di essi e, tramite simboli convenzionali, caratteristiche come la tipologia del mezzo e la periodicità dei viaggi. I quadri orario sono affissi in tutte le stazioni italiane, in versione gialla per i treni in partenza e bianca per quelli in arrivo. RFI ha messo a disposizione degli utenti anche la versione online, realizzato secondo standard internazionali per l'accessibilità del web anche alle persone con disabilità. Il servizio mette a disposizione in un unico contesto di facile navigazione, l’orario programmato stazione per stazione integrato con informazioni sui servizi di assistenza per le persone a ridotta mobilità sia per la stazione di arrivo o partenza che per tutte le stazioni lungo il percorso.
Il cambiamento dei quadri orario è un evento programmato: avviene due volte l’anno, a dicembre e giugno, e coincide con il cosiddetto cambio orario ferroviario.
In ambito tecnico, esistono anche quadri orario grafici, usati nelle sale di controllo, dove le tracce dei treni vengono disegnate come linee inclinate su un diagramma tempo/spazio.
Qualsiasi veicolo che può circolare su rotaia, quindi i mezzi trainanti (come le locomotive) e quelli trainati (come le carrozze passeggeri o i carri merci), ma anche i treni completi, i mezzi diagnostici e persino alcuni veicoli per la manutenzione. Il termine deriva dal latino rota (ruota): un “rotabile” è, letteralmente, qualcosa che ha le ruote per girare, ma nel gergo ferroviario si riferisce esclusivamente a ciò che “rotola sulle rotaie”. Nel mondo del Gruppo FS si parla di parco rotabili per indicare l’insieme dei veicoli in dotazione, dai Frecciarossa ai treni regionali, fino ai treni storici.
Intervento infrastrutturale con cui una linea a binario unico viene trasformata in linea a doppio binario. In pratica, si affianca un secondo binario a quello esistente, permettendo ai treni di circolare in entrambe le direzioni contemporaneamente, senza dover attendere che la linea sia libera. Esistono anche raddoppi parziali o “dinamici”, in cui il secondo binario viene realizzato solo nei punti critici, come nei pressi delle stazioni o in tratti di sorpasso. Il raddoppio ferroviario è una delle opere più importanti per aumentare la capacità, la frequenza e l’affidabilità del servizio ferroviario, soprattutto su tratte congestionate o in crescita.
Treni o locomotive tenuti pronti all’uso in caso di necessità, ma con due diversi livelli di preparazione. Se la riserva è calda il mezzo è già acceso, controllato e pronto a partire in pochi minuti. Serve per coprire guasti, ritardi o variazioni improvvise nel servizio. Si trovano spesso nelle grandi stazioni o nei depositi principali, pronte a partire anche con un macchinista a bordo. Mantenere una riserva calda ha però un costo energetico, quindi si usa solo dove serve davvero, come nei nodi ad alta intensità di traffico.
Se la riserva è fredda il mezzo è parcheggiato ma non operativo. Può essere riattivato, ma richiede più tempo per avviamento e preparazione. È usata come backup strategico, non immediato.
Sistema online utilizzato da Trenitalia per tenere informati i passeggeri sullo stato del viaggio del proprio treno.
Distanza tra le due rotaie di un binario ferroviario, misurata tra le superfici interne dei bordi del fungo (la parte superiore della rotaia). È un parametro fondamentale perché determina quali treni possono circolare su una linea. Lo scartamento standard, usato sulla maggior parte delle ferrovie italiane ed europee, è di 1.435 mm (1 metro e 43,5 centimetri), ma esistono anche scartamenti ridotti o larghi, a seconda delle esigenze tecniche o geografiche.
È la nuova modalità di rimborso istantaneo in caso di ritardo, cancellazione e sciopero dei treni per i passeggeri di Frecce e Intercity, disponibile anche sull’app e sul sito web di Trenitalia. Lo strumento - realizzato in collaborazione con TRAKTI, la start up vincitrice del programma Open Italy Elis - velocizza l'iter di verifica e validazione delle richieste di risarcimento e indennizzo, semplificando il processo che porta all'erogazione dell’importo dovuto, che può essere richiesto anche sottoforma di bonus, a seconda delle preferenze del cliente.
Mezzo di trasporto su rotaia composto da uno o più veicoli agganciati tra loro, progettati per muoversi lungo una ferrovia. Può essere formato da una locomotiva che traina le carrozze (treno a trazione tradizionale) oppure da convogli automotori, dove ogni carrozza è motorizzata o condivide la trazione. Un treno può arrivare a pesare centinaia di tonnellate ma, grazie al basso attrito tra ruote e rotaie, riesce a muoversi con un’eccezionale efficienza energetica.
Il primo treno al mondo entrò in servizio nel 1825 in Inghilterra, sulla linea Stockton-Darlington. In Italia, la prima ferrovia, lunga appena 7 chilometri, fu la Napoli-Portici, inaugurata nel 1839. Oggi il treno più veloce d’Italia è il Frecciarossa 1000, che può superare i 390 km/h in test.
In gergo tecnico, il termine “treno” si usa solo quando il convoglio è completo, funzionante e pronto per il servizio.
La parola treno deriva dal verbo latino trahĕre, che significa “tirare” o “trainare”. Da trahere è derivato il termine italiano “traino” e, successivamente, “treno”, usato per indicare un insieme di veicoli collegati e trainati lungo un percorso. In origine, si parlava di “treno” anche per convogli di carri trainati da cavalli, e solo in seguito il termine è stato associato ai mezzi ferroviari a partire dall’Ottocento, con l’avvento delle ferrovie moderne.
La Trans-European Networks - Transport è un ambizioso progetto dell’Unione Europea che mira a collegare in modo efficiente tutti i Paesi europei attraverso una rete integrata di ferrovie, strade, porti, aeroporti e vie navigabili. L’obiettivo è creare un sistema di trasporti moderno, sostenibile, intermodale e continuo, capace di facilitare gli spostamenti di persone e merci in tutta Europa. La rete TEN-T è divisa in due livelli: la Core network, la rete “principale”, da completare entro il 2030, collega le città e i nodi logistici più importanti d’Europa (l’Italia è un crocevia fondamentale per ben 4 di questi corridoi); la Comprehensive network, la rete “complessiva”, da ultimare entro il 2050, integra il territorio connesso alla rete principale.
La rete è pensata per favorire l’intermodalità e la transizione ecologica, puntando soprattutto su trasporti ferroviari e marittimi a basse emissioni. La oase giuridica della rete TEN-T risiede nel Trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997.
Percorso fisico che una linea ferroviaria segue sul territorio. Comprende curve, rettilinei, salite, discese, ponti, gallerie e tutte le caratteristiche geometriche che definiscono dove e come corre la ferrovia.
Il tracciato viene studiato in fase di progettazione per garantire sicurezza, efficienza e integrazione con il paesaggio. Può essere in superficie, in trincea, in rilevato, oppure sottoterra o sopraelevato. Nel mondo ferroviario si distinguono il tracciato planimetrico (la forma vista dall’alto, con curve e rettilinei) e quello altimetrico (cioè i cambi di quota). Le curve troppo strette o le pendenze troppo ripide limitano la velocità dei treni, per questo le linee ad alta velocità hanno tracciati più ampi e rettilinei possibile. Il tracciato poi non è solo tecnica: alcune linee seguono percorsi storici, commerciali o paesaggistici scelti secoli fa.
Dispositivo di sicurezza installato a bordo dei treni per verificare che il macchinista sia cosciente e operativo durante la guida. Con questo meccanismo il macchinista deve premere regolarmente un pedale o un pulsante. Se per un certo tempo non lo fa (ad esempio in caso di malore, svenimento o addormentamento), il sistema interpreta l’assenza di risposta come se il “macchinista fosse morto” e avvia l’arresto automatico del treno. Il nome, seppur crudo, nasce da un linguaggio tecnico d’altri tempi, diretto e senza fronzoli. I primi sistemi uomo morto erano puramente meccanici, con pedali da tenere schiacciati, oggi sono integrati con tecnologie digitali e intelligenti, come la ripetizione segnali a bordo o il sistema ERTMS.
Procedura amministrativa di supporto per l’autorità decisionale finalizzata a individuare, descrivere e valutare gli impatti ambientali prodotti dall’attuazione di un determinato progetto.
Punto di passaggio tra due versanti montuosi, situato solitamente alla quota più bassa possibile lungo una catena montuosa. È un tratto strategico, perché consente di oltrepassare una barriera naturale come gli Appennini o le Alpi. Nel contesto ferroviario può essere in superficie, seguendo l'andamento del terreno oppure in galleria, grazie alle moderne tecnologie che permettono di “bucare” la montagna e ridurre dislivelli e pendenze. È il caso del nuovo tunnel del Brennero che, ancora in costruzione, sarà il valico ferroviario sotterraneo più lungo del mondo, con 64 km totali.
Addetto alla sicurezza dei cantieri ferroviari, incaricato di sorvegliare i binari per avvertire il personale (soprattutto gli operai a terra) dell’arrivo di un treno. Ha i compiti di posizionarsi in un punto strategico, con buona visuale sul tracciato, osservare attentamente la linea e segnalare tempestivamente (con fischietti, bandiere o altri segnali visivi/acustici) l’approssimarsi di un convoglio, in modo da mettere in sicurezza il cantiere e le persone. Il ruolo della vedetta è fondamentale per la prevenzione degli incidenti.
In alcuni contesti si parla anche di “vedetta armata”, non perché porti armi, ma perché è dotata di strumenti di segnalazione visiva o sonora. Con l’avvento di tecnologie come i sistemi di protezione automatica o il controllo centralizzato del traffico, il ruolo della vedetta si sta evolvendo, ma non è stato eliminato, soprattutto nei lavori “in linea”.
Letteralmente significa “trovare la strada” e indica quell’insieme di elementi di cui ci si avvale nella ricerca di un luogo, non solo segnaletica e cartelli informativi, ma tutti quegli artefatti strumentali progettati per spazi in cui c'è bisogno di orientarsi. La nuova visione di RFI e del Gruppo FS per le stazioni, che mette al centro i bisogni delle persone, riorganizza gli spazi esterni ampliando le superfici a favore della pedonalità, rimuovendo gli ostacoli fissi, rendendo i percorsi più fluidi. L’obiettivo è rendere le stazioni - sia all’interno che all’esterno - più friendly, sicure e piacevoli incrementando il livello di connettività col trasporto pubblico locale, la sharing mobility e la mobilità ciclabile e pedonale, migliorando l’accessibilità attraverso un design inclusivo e senza barriere, potenziando l’infomobilità e il wayfinding. Per accrescere ruolo e capacità delle stazioni, è stato elaborato il Piano integrato sviluppo stazioni, che interessa prioritariamente le stazioni a maggiore rilevanza trasportistica, distribuite su tutto il territorio nazionale e che intercettano oltre il 90% dei passeggeri in transito sulla rete. Il Piano prevede che le stazioni vengano ripensate con l’obiettivo di esprimere appieno il potenziale di nodo trasportistico e polo di servizi, integrate nel contesto urbano di inserimento e capaci di influire positivamente sulla riqualificazione dei territori. Tra i suoi obiettivi qualificanti c’è anche il potenziamento dell’infomobilità e del wayfinding fuori e dentro la stazione.
Area attrezzata per la sosta, la composizione, lo smistamento o la manutenzione dei treni. Si tratta in pratica di un grande fascio di binari, dove i convogli possono essere divisi, riassemblati, parcheggiati o instradati verso la loro prossima destinazione. Possono esserci yard di smistamento, dove i carri merci vengono separati e ricomposti in nuovi treni, di manutenzione, dove i rotabili vengono ispezionati e riparati e di stazionamento, dove i treni sostano tra un servizio e l’altro. Alcuni yard possono avere decine di binari paralleli e coprire aree vastissime: sono vere e proprie “città dei treni”. La persona responsabile del controllo dei movimenti nel piazzale è lo yardmaster, il responsabile di tutto il piazzale è lo yard foreman.
Zero è la quantità di emissioni nette al 2040 che il Gruppo FS nel 2024 ha certificato tra i suoi obiettivi di decarbonizzazione.