Genova, 8 maggio 2019
Firmati oggi da Comune di Genova e Gruppo FS Italiane (Ferrovie dello Stato Italiane, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia e FS Sistemi Urbani) i Protocolli di Intesa per l'utilizzo delle aree ferroviarie interessate dai prolungamenti della metropolitana verso Martinez e verso Canepari.
Si realizza così un'importante tappa nel percorso che, da anni, impegna l'Amministrazione comunale per la realizzazione dell'estensione della linea Metro verso i quartieri di San Fruttuoso e di Rivarolo, un'opera importante e strategica per la città.
Il cammino verso la realizzazione dell'opera prosegue con la necessaria acquisizione delle aree funzionali ai prolungamenti, che interessano aree ferroviarie: questa fase è oggi resa possibile dall'accordo raggiunto con il Gruppo FS, che ha portato alla firma di questi Protocolli di intesa, propedeutici all'acquisto delle aree. Infatti, mentre da un lato si procederà alla progettazione delle tratte, dall'altro saranno compiute le valutazioni e predisposti gli atti necessari alla loro acquisizione. Inoltre sarà studiato un nuovo assetto urbanistico per la valorizzazione delle aree di Terralba interessate dall'ulteriore prosecuzione in direzione dell'ospedale San Martino.
L'Amministrazione comunale negli ultimi anni ha ottenuto finanziamenti, per complessivi 152 milioni di euro, per gli sviluppi della Metropolitana verso Terralba (con la tratta Brignole - Martinez) e verso Rivarolo (con la tratta Brin - Canepari) oltre che per un'ulteriore flotta di 14 treni.
Sono stati diversi, nel corso degli anni, i protocolli firmati e riguardanti la Metropolitana genovese: già dal 1987 esiste una Convenzione per i cosiddetti "Progetti Mirati", per regolare la progettazione di un sistema di trasporti integrato per la città, perfezionata nel 1999 con un primo Protocollo d’Intesa con le Ferrovie dove si individuano nella zona ferroviaria di Canepari e nell'area di Terralba i due corridoi idonei per le prosecuzioni della metropolitana. Un ulteriore accordo era stato firmato, nel 2003, per consentire la realizzazione del progetto della prosecuzione verso lo stadio, parzialmente (60%) finanziato allora dallo Stato, con un finanziamento poi revocato.