Più treni, le merci cinesi e Ferrogrill. Mazzoncini: "Noi, una rete globale"

Riportiamo di seguito l'intervista di Fabio Bogo a Renato Mazzoncini, AD di FS Italiane

Innovazione, grandi opere e trasporto regionale. E ancora un nuovo modello di “mobilità collettiva e condivisa”, una flotta rinnovata, i treni in Borsa e negozi in centinaia di stazioni. Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, nell'intervista pubblicata su Repubblica.it del 22 maggio, detta gli obiettivi delle stategie che puntano a una rivoluzione della mobilità italiana.

Ingegner Mazzoncini, cominciamo con l'Anas: è arrivato finalmente il via libera del Mef, la fusione si fa. Siete pronti?

"Sì, stiamo per diventare più grandi. Stiamo lavorando al contratto di programma - che fisserà il corrispettivo a fronte di servizi misurabili e che permetterà ad Anas di uscire dal perimetro della Pa - e alla perizia sui 9 miliardi di contenzioso sui lavori. L'incarico arriverà a giorni. Lavoriamo per chiudere entro l'autunno l'operazione, e Anas diventerà una sorella di Rfi, Trenitalia, Mercitalia, Busitalia sotto la holding FS Italiane. Le sole sinergie in servizi faranno risparmiare 40 milioni l'anno, 400 milioni a regime nei 10 anni del piano industriale. L'osmosi Fs-Anas permetterà di far crescere il livello della società guidata da Gianni Armani a quello delle Ferrovie, che oggi è un benchmark europeo in termini di innovazione tecnologica e risultati economici".

Innovazione significa intanto nuovi treni.

"Abbiamo completato la flotta di Frecciarossa 1000, ce ne sono 50, che si aggiungono ai 59 Etr500 e ai 40 Frecciargento. I Frecciabianca invece li stiamo progressivamente trasferendo ai servizi InterCity, che erano la cenerentola del trasporto. Se vogliamo che gli utenti scelgano il treno dobbiamo offrire un servizio di qualità anche lì: quindi alziamo il livello del servizio, introducendo ad esempio il pulitore viaggiante, molto apprezzato dalla clientela. Abbiamo la flotta più giovane e moderna d'Europa con un terzo dei treni con meno di due anni di vita. Ma non basta ancora. Dobbiamo lavorare anche sulle infrastrutture".

Al Nord i cantieri si muovono, al sud meno.

"Non è così. La linea padana da Milano a Venezia procede, e tra 6-8 anni avremo completato la parte mancante, quella da Brescia a Padova. Ma siamo partiti anche al Sud. Al via i cantieri della Napoli-Bari e soprattutto il 6 giugno inauguriamo la stazione di Afragola, lo snodo che renderà più vicine Puglia, Calabria e Sicilia con il resto dell'Italia. Afragola non sarà una cattedrale nel deserto, ma un nodo che garantirà una fermata napoletana senza far entrare e uscire i treni da Napoli Centrale, con notevole risparmio di tempo per chi è diretto più a Sud. Sono già pronte a partire 18 coppie di treni, tra noi e Italo".

Ma la Sicilia resta lontana senza il Ponte sullo Stretto.

"Non ho cambiato idea. L'opera serve, in Sicilia vivono 6 milioni di persone, sbagliato ricorrere al Project financing, inserito nelle opere ferroviarie con 4 miliardi si fa e costa meno della Napoli - Bari e di tante altre opere; strategicamente è il completamento del corridoio ferroviario Scandinavia-Mediterraneo, corridoio di cui fanno parte il ponte di Oresund e il traforo del Brennero, opere non certamente meno complesse o costose".

Le grandi opere sono importanti, ma bisogna anche migliorare il servizio delle linee regionali.

"È una priorità assoluta, visto che i commuters sono l'80% del nostro traffico. Quindi puntualità e regolarità, che sono già a livelli alti, ma soprattutto qualità. Stiamo investendo 5 miliardi per la nuova flotta, la cui punta di diamante sarà il Rock, il nuovo treno elettrico due piani per il servizio regionale prodotto dalla Hitachi Rail Italy. Con questo treno vogliamo cambiare la percezione del viaggio locale, che diventa attraente per immagine e sostanza. Oltre a 300 Rock poi entreranno in servizio altri 150 nuovi treni elettrici monopiano, i nuovi Jazz prodotti da Alstom. E' in corso la gara per nuovi 135 treni per le linee diesele tutti gli altri treni della flotta verranno rimodernati. I treni regionali per i pendolari sono il pezzo più importante della nostra catena dal 2019 arriveranno questi nuovi treni ed entro il 2023 avremo il 70% della flotta dei regionali rinnovata ponendoci anche qui ai massimi standard europei. Anche per questo nel nostro Piano spingiamo per unificare nella rete nazionale gestita da RFI le linee ex concesse gestite ancora dalle regioni, normalmente con standard tecnologici assai più arretrati. Nello stesso pacchetto di norme che tratta il trasferimento di Anas vi è una norma che consentirà alle regioni che lo desidereranno, il trasferimento delle linee alla gestione di RFI".


Continua a leggere l'intervista a firma di Fabio Bogo su Repubblica.it sezione Economia e Finanza.