Roma, 1 aprile 2016
L’elettrotreno Arlecchino, nato negli anni sessanta da una “costola” del Settebello (il mitico rapido della Roma-Milano antesignano del Pendolino) tornerà a viaggiare su itinerari d’importanza storica e paesaggistica individuati dalla Fondazione FS Italiane per il piacere degli appassionati di turismo ferroviario.
L’unico esemplare rimasto del gruppo ETR 250 è stato trasferito dalla Rimessa dell'ex Treno presidenziale di Roma Termini a Porrena, in provincia di Arezzo, per essere restaurato a cura della " O.M.S. Ferroviaria".
I lavori prevedono la revisione completa delle parti meccaniche e il restyling degli interni, nel pieno rispetto dell’estetica e dei disegni originari.
Nei primi mesi del 2017 l’Elettrotreno sarà pronto per viaggiare di nuovo su tutte le linee elettrificate della rete ferroviaria italiana.
L’Arlecchino sarà infatti equipaggiato con il moderno Sistema di Controllo della Marcia Treno (SCMT) che consente, al pari dei treni di oggi, di viaggiare in tutta sicurezza.
L’ETR 250, famoso all’epoca per il salottino belvedere da cui si poteva apprezzare la bellezza dei paesaggi italiani, è composto da quattro veicoli inscindibili e potrà viaggiare alla velocità massima di ben 180 chilometri orari.
Il restauro dell'Arlecchino, consentendo per la prima volta il riutilizzo di un convoglio d’epoca di lusso, capace di viaggiare su tutte le linee elettrificate italiane, apre di fatto nuovi scenari al turismo ferroviario.
Secondo la ricerca realizzata da IPRMarketing e Fondazione UniVerde, presentata all’ultima BIT di Milano, per la prima volta gli italiani (il 54%) dichiarano di essere attratti dalla possibilità di raggiungere la propria meta utilizzando vecchie ferrovie, rese nuovamente agibili a scopo turistico.
Il dato è confermato dal successo delle iniziative della Fondazione FS: nel 2015 sono stati 45mila i passeggeri a bordo dei treni storici e turistici della Fondazione, con un incremento del 60% rispetto al 2014.
L'ETR 250 entrò in servizio il 23 luglio 1960, in occasione delle Olimpiadi di Roma, compiendo il viaggio inaugurale da Bologna a Venezia.
Fu il simbolo del benessere e della ripresa economica degli italiani.
Le poltrone erano avvolgenti e comode, le pareti ricoperte di vinilpelle, i pannelli e i tappeti caratterizzati da una vasta gamma di tinte pastello (da qui il nome Arlecchino), scelte accuratamente da FS e commissionate alla Breda di Sesto San Giovanni.