Un centro della sostenibilità ambientale, turistica e di mobilità innovativa, dove le buone intenzioni incontrano le buone pratiche e diventano esperienze virtuose a sostegno dei territori. È questa l’idea alla base del progetto “Green station”, il comodato sottoscritto da Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana per il recupero delle stazioni impresenziate in diversi territori in Italia e che propongono progetti che abbiano finalità sociali d’interesse collettivo per la salvaguardia ambientale, per realizzare attività di protezione civile, per promuovere turismo educativo, naturalistico, storico e culturale, per la riscoperta culturale e per far crescere l’importanza di alcuni valori che i nostri territori conservano.
Dopo le esperienze delle green stations in Basilicata (Potenza superiore), in Abruzzo (Pescara Centrale) e in Lombardia (Brenna-Alzate) arriva ora anche la prima sperimentazione in Veneto per trasformare gli spazi della stazione di San Stino di Livenza in un centro di educazione ambientale e di promozione del turismo sostenibile.
Il protocollo d’intesa è stato firmato questa mattina a Treviso, in concomitanza della tappa conclusiva in Veneto del Treno Verde - la storica campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che ha ripreso il suo tour per la Penisola per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita.
All’incontro, svoltosi nella sala quarta carrozza del convoglio ambientalista erano presenti: Lorenzo Barucca, responsabile nazionale Legambiente Progetto GreenStation; Carlo De Giuseppe Direttore, RFI e Maurizio Billotto, presidente del Circolo Legambiente “Pascutto-Geretto”.
“Oggi nasce la prima green station del Veneto per iniziare anche in questa regione un nuovo processo di economia solidale che tenga conto dell’eccezionale importanza dei beni comuni – dichiara Lorenzo Barucca, responsabile nazionale progetto GreenStations Legambiente –. Dalle stazioni d’Italia non presenziate, immenso patrimonio di questo Paese e dei territori, rilanciamo una visione ecologica della vita. Vogliamo contribuire alla creazione di una rete di “relazioni sociali” del territorio a partire da queste strutture che nei decenni hanno evocato spostamenti, speranza, sogni di vita migliore.
Le “green station” rappresentano un pezzo di economia civile che produce valori, come fiducia, capitale sociale, senso civico, solidarietà, assieme a valore economico e nuove opportunità, dal turismo, alla mobilità sostenibile rigenerando spazi non utilizzati”.
Il progetto punta a trasformare la stazione in un punto di riferimento per coloro che scelgono di muoversi alla scoperta del territorio. A partire da questo nuovo polo informativo e turistico potranno saranno organizzate anche visite guidate del territorio, in collaborazione con gli operatori presenti sul territorio.
Il centro abitato di S. Stino di Livenza si trova, infatti, all'interno di un territorio ricco di diverse valenze ambientali, storiche e paesaggistiche, oltre ad essere un nodo centrale nel sistema della viabilità stradale, ferroviaria e dei percorsi fluviali, caratteristiche che lo rendono un punto di riferimento ideale negli itinerari dei turisti. La stazione di S. Stino di Livenza è collocata a metà strada tra San Donà di Piave e Portogruaro, lungo la linea ferroviaria Venezia-Trieste, a 2 km dalla SS 14 Venezia-Trieste e dal centro con cui è collegata da una comoda pista ciclabile; a 500 m scorre "la Livenza” che permette di arrivare a Caorle o, risalendola, fino a Sacile e Pordenone. Nelle immediate vicinanze troviamo il bosco “Bandiziol”, i vigneti DOC del Lison-Pramaggiore, Villa Zeno (unica villa del Palladio nella zona) ed il Bosco Olmè di Cessalto.
La stazione è posta nelle vicinanze della SS14, itinerario percorso, dalla primavera fino alla fine dell’estate, dai numerosi cicloturisti che dal Tarvisio scendono verso Venezia e oltre.
È punto di arrivo/partenza del percorso cicloturistico “GiraLivenza”, si connette al sistema delle ciclabili della Provincia di Treviso e, considerato il buon numero di treni che vi si fermano, si candida a diventare punto di sosta e d’interscambio treno+bici in un ottica di servizio e potenziamento del cicloturismo.
Quello veneto è soltanto uno dei progetti Green Stations in giro per l’Italia. Progetti che avranno come cuore pulsante quello di rivalorizzare spazi non presenziati all’interno delle stazioni e snodi ferroviari, intesi non più come luoghi di arrivo e partenza ma sempre più come luoghi di incontro e socialità, oltre che di poli di attrazione urbana, centri di servizio sociali, ambientali e di mobilità collettiva.
Il recupero di luoghi e locali che sono stati centri di socialità e di comunicazione è ciò che auspichiamo. Vogliamo, anche nei fatti, dire basta a nuove edificazioni e sviluppare, con il recupero, nuove potenzialità e modalità di favorire il turismo “dei luoghi”, della conoscenza del territorio delle peculiarità. Un progetto smart e low cost che si pone al centro di un bacino turistico ricco di offerte diversificate con cui potrà/dovrà connettersi per favorire la sinergia delle offerte. Questo territorio di confine tra terra e acqua ha ancora molto da scoprire, da difendere, da valorizzare. Crediamo che quest'idea possa aiutarci a salvaguardare identità, paesaggio, biodiversità, che promuovere attività in sintonia con l'ambiente e sviluppare la sensibilità e l'amore per la bellezza e la “lentezza”.