Roma, 13 gennaio 2016
Scorporare Rete Ferroviaria Italiana da Ferrovie dello Stato significa ammazzare FS.
Lo ha detto l’ad del Gruppo FS, Renato Mazzoncini ieri sera nel corso di un’audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato. “RFI, che si dedica essenzialmente dello sviluppo e della manutenzione della rete ferroviaria, è il cuore di FS ed è per questo che confermo quanto detto dal ministro Padoan, ovvero che RFI debba restare integrata e non ha nessuno bisogno di essere enucleata, separata”, ha spiegato il top manager.
“La rete ferroviaria in capo a RFI - ha aggiunto - vale intorno ai 26 miliardi ma non ha alcuna redditività visto che i pedaggi non coprono neanche le spese di manutenzione, poiché vengono tenuti volutamente bassi per evitare un aumento del costo del biglietto del treno. Nessuno comprerebbe una cosa che rende zero, tenere la rete pubblica è scontato”.
Interpellato sul tema del piano industriale, l’ad ha ribadito che “senza un quadro regolatorio è impossibile farlo. Entro quest'anno però il problema verrà chiarito, anche perchè, se non conosciamo il quadro regolatorio e non sappiamo come saranno fatte le gare, è impossibile fare un piano industriale”, aggiungendo che “questa necessità di chiarezza riguarda il nostro Paese, ma anche l’Europa, perchè “è importante avere un quadro europeo, come è importante avere una chiara situazione nel nostro Paese”.
Parlando ancora del piano industriale, il numero uno di del Gruppo FS ha giudicato “un’operazione molto importante la prevista cessione di Grandi Stazioni, dal momento che risolve alla radice una serie di problemi di partnership di questi ultimi 15 anni. Altre cessioni, comunque, non sono all’ordine del giorno, anzi - ha aggiunto - faremo più acquisizioni che cessioni”. Mazzoncini ha dunque sottolineato che l'operazione , già conclusa, di cessione dei 9 mila chilometri di rete elettrica a Terna “è stata fondamentale per il Paese” e che le “risorse andranno per 270 mln per investimenti sulla rete mentre le restanti sull’acquisto di treni regionali”.
Sulla liberalizzazione del mercato ferroviario, Mazzoncini ha fatto sapere che questa “si tradurrà in una diminuzione della quota di mercato di Trenitalia, che potrà essere più che compensata dallo sviluppo in altri settori di trasporto come quello locale su gomma, visto che quest’ultimo vale 2,5 volte il trasporto pubblico locale su ferrovia”.
In merito all’internazionalizzazione nel suo complesso, Mazzoncini ha ricordato come “il mondo del trasporto pubblico vede la presenza sempre più massiccia di aziende sempre più grandi. Quindi - ha precisato - o noi ci muoviamo in modo aggressivo rispetto al mercato o rischiamo l’invasione come in parte già avviene con gruppi stranieri che scorrazzano per l’Italia”.
Per quello che invece riguarda il settore delle merci, l’ad di FS ha infine detto che si tratta di “uno dei punti più importanti da sviluppare” e che “nel piano industriale è prevista la costituzione di un solo polo per la logistica perché, se non lo gestiamo in maniera integrata, non ce la caviamo.
Entro il 2016 - ha concluso - deve essere pronta e funzionante una nuova società che si occupi del trasporto merci e della logistica nel suo complesso”.