Diciassette miliardi per la cura del ferro

Presentato questa mattina nella sede del MIT l’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana.

Roma, 11 febbraio 2016

Una nuova strategia di investimenti sulla rete ferroviaria italiana che si traduce in maggiore sicurezza, più tecnologia, trasporti puntuali ed efficienti, qualità e comodità per i viaggiatori, soprattutto pendolari.

È questo il filo rosso che collega i tanti interventi contenuti nell’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra MIT e RFI, presentato questa mattina dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Renato Mazzoncini e dall’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile.

Nove miliardi di risorse aggiuntive, stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il decreto “Sblocca Italia” che si sommano agli altri otto miliardi previsti nel prossimo aggiornamento 2016, per un totale di 17 miliardi di euro.

Il ministro Delrio ha aperto i lavori introducendo le aree di intervento e i target principali: innanzitutto il miglioramento degli standard di sicurezza e delle tecnologie per il trasporto ferroviario, per dare una svolta significativa all’esperienza di trasporto di milioni di passeggeri e per proteggere le reti anche dalla fragilità del territorio, spesso soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.

Il Ministro ha poi ribadito l’importanza per il nostro Paese dei quattro Corridoi Europei che lo attraversano e, di conseguenza, il forte impegno per confermare il ruolo dell’Italia quale snodo essenziale, anche nell’ottica della creazione dello spazio ferroviario unico europeo prevista dal IV Pacchetto ferroviario.

Ha poi indicato i traguardi da raggiungere nel settore delle merci, ossia un potenziamento complessivo dell’offerta, con un miglioramento dell’intermodalità per intercettare il traffico proveniente dai porti e dai retroporti; e in quello del TPL, dove il binomio ferro-gomma può diventare la risposta alla crescente domanda di mobilità degli italiani, con interventi specifici sulla rete ferroviaria del Sud, possibili anche grazie al Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020, che attualmente presenta le maggiori criticità.

Infine, le nuove tecnologie che RFI sta installando nei nodi urbani potranno portare ad una maggiore regolarità e frequenza dei treni regionali e metropolitani, con un vantaggio per l’intero sistema di mobilità dei grandi nodi urbani.

Renato Mazzoncini, ad di FS Italiane, ha sottolineato il ruolo strategico del gruppo nella ridefinizione dell’offerta di trasporto, sia per i viaggiatori sia per le merci, supportata dall’azione forte e decisa del Governo e del MIT.

Con 74 miliardi di euro, FS si conferma il gruppo industriale che ha attivato più investimenti in Italia: 45 miliardi sono dedicati alle Grandi Opere afferenti anche ai Corridoi Europei; 17 miliardi riguardano lo sviluppo della rete nazionale, fatta di oltre 16mila km su cui corrono 9mila treni al giorno; 8 miliardi per la sicurezza e il mantenimento in efficienza della rete e 4 miliardi per l’innovazione tecnologica.

FS non può che guardare, oltre che all’Italia, anche all’Europa come naturale terreno di evoluzione: proprio per questo è forte l’impegno per portare avanti i lavori di realizzazione dei Corridoi Europei, come quelli in corso tra Treviglio e Brescia e quelli previsti verso Verona il prossimo anno.

Inoltre, l’approvazione del IV Pacchetto ferroviario creerà le condizioni per incrementare i traffici verso gli altri Paesi e soprattutto per competere in tratte estere come la Parigi-Bruxelles.
Le FS sono pertanto pronte a fare la propria parte per sposare la politica europea in fatto di trasporti, che punta a spostare il 30% delle merci dalla strada al treno, sulle distanze superiori ai 300 km. Il panorama attuale vede infatti il 96% dei trasporti in forte dipendenza dal petrolio.

La sfida più grande e urgente per il Gruppo FS è quella dei nodi urbani: dopo aver collegato le grandi metropoli con collegamenti rapidi, frequenti ed efficienti, tocca ora fare un grosso passo in avanti per cambiare l’esperienza di trasporto dei pendolari italiani.

Le nuove tecnologie, rese possibili dal nuovo innesto di investimenti, porteranno a migliorare la regolarità dei convogli, arrivando a distanziamenti tra un treno e l’altro simili a quelli delle metropolitane. Saranno poi attivate nuove fermate e stazioniper dare risposte concrete a chi vuole lasciare a casa l’automobile ma non può ancora farlo.

La chiave di tutto sarà l’intermodalità, grazie anche all’impegno di società come Trenitalia e Busitalia: FS si candida quindi ad avere un ruolo primario nel riprogettare le città, che sono e saranno uno dei principali motori di sviluppo del Paese. Proprio per questo, Delrio ha dichiarato che “ci sono linee su cui noi e FS siamo pronti a giocare un ruolo”. Il riferimento è alla linea ferroviaria Roma - Ostia Lido, per cui – ha annunciato il Ministro – nei prossimi giorni ci sarà “un tavolo con tutti gli attori interessati, d’accordo con il presidente della Regione Nicola Zingaretti, per un cambio di passo”.

L’obiettivo, nel trasporto merci, è creare un interlocutore unico ed efficiente per i clienti: oggi in FS ci sono dieci società impegnate in questo settore, tra trazione e logistica, che fatturano circa un miliardo di euro all’anno e una maggiore sinergia industriale non potrà che apportare benefici.
Per questo nella seconda metà del 2016 si arriverà ad un’unica società, controllata dalla holding, che punterà ad un ruolo di punta in questo settore.

Per far ciò, sono prioritari gli interventi rete, per collegare al meglio porti e retro porti e favorire l’intermodalità tra ferro, gomma e nave, offrendo alle imprese servizi competitivi ed effettivamente convenienti.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Mazzoncini si è detto contento dell’andamento dei conti del 2015: “dai primi lineamenti – ha dichiarato – sta venendo fuori un bilancio di cui sono soddisfatto”.

Rimane prioritario l’impegno per arrivare a “un piano industriale aggiornato, prevedibilmente subito dopo l’estate. La quotazione in Borsa è rimandata di sicuro al 2017”.

Per Maurizio Gentile, ad di RFI, le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare, per un totale di 5,4 miliardi, i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per il rilancio del traffico merci intermodale.

Inoltre, in piena sinergia con il Ministero, previsti 3,5 miliardi per i nodi urbani e il TPL in generale, come anche per i raddoppi previsti su alcune tratte (Andora – Finale Ligure, Pistoia – Montecatini – Lucca), la progettazione dei collegamenti con gli aeroporti, la velocizzazione degli itinerari della linea convenzionale, gli interventi in 400 stazioni per l’innalzamento dei marciapiedi e le barriere architettoniche, il miglioramento degli impianti per l’informazione al pubblico in 600 scali.

Grazie a questa cura del ferro, la curva di investimenti di RFI passa dai 2,8 mld del 2014 ai 3,5 del 2015 e ai 4 previsti nel 2016, fino all’obiettivo dei 5,3 miliardi nel 2020, con importanti ricadute anche sull’economia generale, grazie all’indotto per la costruzione di nuove opere e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Gli obiettivi: Sicurezza, Europa, Merci, TPL

Il ministro Delrio ha aperto i lavori introducendo le aree di intervento e i target principali: innanzitutto il miglioramento degli standard di sicurezza e delle tecnologie per il trasporto ferroviario, per dare una svolta significativa all’esperienza di trasporto di milioni di passeggeri e per proteggere le reti anche dalla fragilità del territorio, spesso soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.

Il Ministro ha poi ribadito l’importanza per il nostro Paese dei quattro Corridoi Europei che lo attraversano e, di conseguenza, il forte impegno per confermare il ruolo dell’Italia quale snodo essenziale, anche nell’ottica della creazione dello spazio ferroviario unico europeo prevista dal IV Pacchetto ferroviario.

Ha poi indicato i traguardi da raggiungere nel settore delle merci, ossia un potenziamento complessivo dell’offerta, con un miglioramento dell’intermodalità per intercettare il traffico proveniente dai porti e dai retroporti; e in quello del TPL, dove il binomio ferro-gomma può diventare la risposta alla crescente domanda di mobilità degli italiani, con interventi specifici sulla rete ferroviaria del Sud, possibili anche grazie al Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020, che attualmente presenta le maggiori criticità.

Infine, le nuove tecnologie che RFI sta installando nei nodi urbani potranno portare ad una maggiore regolarità e frequenza dei treni regionali e metropolitani, con un vantaggio per l’intero sistema di mobilità dei grandi nodi urbani.

FS prima azienda per investimenti in Italia

Renato Mazzoncini, ad di FS Italiane, ha sottolineato il ruolo strategico del gruppo nella ridefinizione dell’offerta di trasporto, sia per i viaggiatori sia per le merci, supportata dall’azione forte e decisa del Governo e del MIT.

Con 74 miliardi di euro, FS si conferma il gruppo industriale che ha attivato più investimenti in Italia: 45 miliardi sono dedicati alle Grandi Opere afferenti anche ai Corridoi Europei; 17 miliardi riguardano lo sviluppo della rete nazionale, fatta di oltre 16mila km su cui corrono 9mila treni al giorno; 8 miliardi per la sicurezza e il mantenimento in efficienza della rete e 4 miliardi per l’innovazione tecnologica.

FS non può che guardare, oltre che all’Italia, anche all’Europa come naturale terreno di evoluzione: proprio per questo è forte l’impegno per portare avanti i lavori di realizzazione dei Corridoi Europei, come quelli in corso tra Treviglio e Brescia e quelli previsti verso Verona il prossimo anno.

Inoltre, l’approvazione del IV Pacchetto ferroviario creerà le condizioni per incrementare i traffici verso gli altri Paesi e soprattutto per competere in tratte estere come la Parigi-Bruxelles.
Le FS sono pertanto pronte a fare la propria parte per sposare la politica europea in fatto di trasporti, che punta a spostare il 30% delle merci dalla strada al treno, sulle distanze superiori ai 300 km. Il panorama attuale vede infatti il 96% dei trasporti in forte dipendenza dal petrolio.

L’impegno per le grandi città

La sfida più grande e urgente per il Gruppo FS è quella dei nodi urbani: dopo aver collegato le grandi metropoli con collegamenti rapidi, frequenti ed efficienti, tocca ora fare un grosso passo in avanti per cambiare l’esperienza di trasporto dei pendolari italiani.

Le nuove tecnologie, rese possibili dal nuovo innesto di investimenti, porteranno a migliorare la regolarità dei convogli, arrivando a distanziamenti tra un treno e l’altro simili a quelli delle metropolitane. Saranno poi attivate nuove fermate e stazioni per dare risposte concrete a chi vuole lasciare a casa l’automobile ma non può ancora farlo.

La chiave di tutto sarà l’intermodalità, grazie anche all’impegno di società come Trenitalia e Busitalia: FS si candida quindi ad avere un ruolo primario nel riprogettare le città, che sono e saranno uno dei principali motori di sviluppo del Paese. Proprio per questo, Delrio ha dichiarato che “ci sono linee su cui noi e FS siamo pronti a giocare un ruolo”. Il riferimento è alla linea ferroviaria Roma - Ostia Lido, per cui – ha annunciato il Ministro – nei prossimi giorni ci sarà “un tavolo con tutti gli attori interessati, d’accordo con il presidente della Regione Nicola Zingaretti, per un cambio di passo”.

Un polo unico per le merci

L’obiettivo, nel trasporto merci, è creare un interlocutore unico ed efficiente per i clienti: oggi in FS ci sono dieci società impegnate in questo settore, tra trazione e logistica, che fatturano circa un miliardo di euro all’anno e una maggiore sinergia industriale non potrà che apportare benefici.
Per questo nella seconda metà del 2016 si arriverà ad un’unica società, controllata dalla holding, che punterà ad un ruolo di punta in questo settore.

Per far ciò, sono prioritari gli interventi rete, per collegare al meglio porti e retro porti e favorire l’intermodalità tra ferro, gomma e nave, offrendo alle imprese servizi competitivi ed effettivamente convenienti.

I conti 2015 e la quotazione in borsa

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Mazzoncini si è detto contento dell’andamento dei conti del 2015: “dai primi lineamenti – ha dichiarato – sta venendo fuori un bilancio di cui sono soddisfatto”.

Rimane prioritario l’impegno per arrivare a “un piano industriale aggiornato, prevedibilmente subito dopo l’estate. La quotazione in Borsa è rimandata di sicuro al 2017”.

Le priorità di investimento sulla rete

Per Maurizio Gentile, ad di RFI, le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare, per un totale di 5,4 miliardi, i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per il rilancio del traffico merci intermodale.

Inoltre, in piena sinergia con il Ministero, previsti 3,5 miliardi per i nodi urbani e il TPL in generale, come anche per i raddoppi previsti su alcune tratte (Andora – Finale Ligure, Pistoia – Montecatini – Lucca), la progettazione dei collegamenti con gli aeroporti, la velocizzazione degli itinerari della linea convenzionale, gli interventi in 400 stazioni per l’innalzamento dei marciapiedi e le barriere architettoniche, il miglioramento degli impianti per l’informazione al pubblico in 600 scali.

Grazie a questa cura del ferro, la curva di investimenti di RFI passa dai 2,8 mld del 2014 ai 3,5 del 2015 e ai 4 previsti nel 2016, fino all’obiettivo dei 5,3 miliardi nel 2020, con importanti ricadute anche sull’economia generale, grazie all’indotto per la costruzione di nuove opere e alla creazione di nuovi posti di lavoro.